A Roma, torna a splendere l’Estasi di Santa Teresa

Era la Cappella più amata da Bernini ed ora torna finalmente a splendere dopo l’intenso lavoro di restauro, il primo integrale della sua storia: la Cappella Cornaro della Chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma è il capolavoro del Barocco, ideato da Gian Lorenzo Bernini e commissionato dal cardinale veneziano Federico Cornaro nel 1647. Al suo interno, custodisce una delle opere più ispirate, spirituali e sensuali realizzate dallo scultore: l’Estasi di Santa Teresa D’Avila. La Cappella è dedicata proprio alla Santa, fondatrice dell’ordine Carmelitani Scalzi, canonizzata nel 1622.

Il restauro è stato effettuato dopo aver condotto lunghi e approfonditi studi preliminari, dai quali sono emersi importanti rivelazioni circa il metodo di lavoro utilizzato da Bernini per progettare e realizzare un’opera in cui si fondono magistralmente architettura, pittura, scultura e arte scenografica.

“Tutto è finto perché tutto sembri vero”, amava ripetere Gian Lorenzo Bernini, genio insuperato del Barocco. E in quest’opera, Santa Teresa d’Avila sembra ancora viva mentre geme e si contorce trafitta dalla freccia dorata dell’amore divino. Il gruppo scultoreo è scolpito nel marmo di Carrara e l’impianto architettonico è incentrato sulla luce “naturale” e “di scena”: Bernini fece costruire una camera della luce, dalla quale i raggi solari filtrano all’interno attraverso un vetro di colore giallo e ambra. L’effetto viene amplificato dalla presenza dei raggi in bronzo dorato che trafiggono e incorniciano Santa Teresa in estasi. Bernini affidò la decorazione del registro superiore della Cappella a Guidobaldo Abbatini, con un affresco che rappresenta l’empireo cui la santa ascende, con al centro la Colomba dello Spirito Santo e gli angeli in gloria.

Il volto di Santa Teresa D’Avila

I lavori di restauro

Grazie al lavoro di restauro, realizzato dalla Soprintendenza Speciale di Roma e durato 7 mesi, particolari nascosti sono tornati alla luce, dai quattro riquadri in stucco dorato con i momenti più rilevanti nella vita della santa, fino all’affresco con la raffigurazione dell’empireo che la attende, ripulito da uno strato dal nerofumo che ne offuscava i colori fin dal 1833, l’anno in cui un incendio quasi distrusse la chiesa. Un lavoro che ha consentito di svelare anche il metodo di lavoro di Bernini.

Il lavoro dei restauratori sul monumento di Gian Lorenzo Bernini è importante sotto molti punti di vista”, ha spiegato Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma. “In primis perché è un intervento che, dopo vari decenni, ha coinvolto la Cappella Cornaro nella sua interezza e successivamente perché è stata un’occasione unica di studio e di approfondimento dell’opera, in grado di svelare dettagli del processo della sua realizzazione che altrimenti sarebbe stato difficile conoscere. Un esempio dell’importanza della tutela compiuta dalla Soprintendenza Speciale di Roma sul patrimonio artistico della Capitale”.

Ora, finalmente, tutti possiamo ammirare questo preziosissimo capolavoro barocco, in tutta la sua bellezza e il suo splendore.

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